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La sostenibilità ambientale è un tema sempre più sentito che sta entrando prepotentemente nella coscienza collettiva come priorità non negoziabile. E’ quindi inevitabile che anche le abitudini di consumo delle persone tendano in questa direzione, segnando di fatto la necessità di un cambio di passo che né il legislatore né le aziende che operano sul mercato possono ignorare.

Ne abbiamo parlato durante il workshop tenutosi presso la nostra sede Italignum di Padova venerdì 28 febbraio scorso. Ed è questo il tema dell’articolo che segue, nel quale abbiamo cercato di fare chiarezza su un tema in continua evoluzione.

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Per prima cosa, è importante prendere coscienza di come le politiche sulla sostenibilità siano, appunto, in costante evoluzione. In tale ottica, gli interventi da noi proposti si identificano come “fotografie del momento attuale” e vogliono essere un punto di partenza dal quale iniziare ad approfondire questi argomenti per poi seguirne le evoluzioni future.

 

I C.A.M. (Criteri Ambientali Minimi)

In Italia, il legislatore ha preso in carico la questione già nei primi anni Duemila, con una serie di azioni e piani rivolti alla sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione (Legge 27 dicembre 2006 n. 296). E’ da qui che si sono sviluppate una successione di piani ed azioni che hanno, di fatto, segnato la presa in carico di una nuova consapevolezza in termini di sostenibilità. Ed è nell’ambito di questo “nuovo sentire” che sono nati i CAM (CAM Arredo, DM 23 giugno 2022).

I CAM (Criteri Ambientali Minimi) sono dei requisiti volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato.

E’ importante chiarire che i CAM NON sono una certificazione di prodotto né una dichiarazione, ma si concretizzano in una RELAZIONE. Tale relazione compete a chi progetta l’arredo e dovrà, tra l’altro, illustrare le scelte progettuali fatte per la realizzazione di un determinato arredo, indicare le caratteristiche dell’arredo stesso e garantire il rispetto di quanto disposto dalla normativa in termini di caratteristiche dei materiali usati ecc….

E’ evidente come la miglior garanzia di correttezza procedurale stia comunque nel puntuale confronto con l’ente appaltante, che dovrebbe fornire indicazione puntuale dei requisiti richiesti e che sembra mantenere un certo livello di discrezionalità che va discusso.

Al momento, i Criteri Ambientali Minimi sono richiesti per progetti che hanno destinazione in settore pubblico e non sono richiesti per progetti volti al privato.

Va sottolineato che i CAM sono una normativa strettamente nazionale. Tuttavia diversi Paesi dell’Unione si sono mossi con norme proprie, finalizzate a garantire il rispetto della sostenibilità. In tale quadro era quindi indispensabile che anche l’Unione Europe facesse sentire la propria voce per armonizzare quanto più possibile i principi e le procedure.

 

Nuovo regolamento ECODESIGN

Il 18 luglio 2024 è entrato in vigore il nuovo regolamento ESPR (Ecodesign for Sustainable Products Regulation), che diventerà applicativo a partire da 24 mesi dopo l’entrata in vigore (giugno 2026).

Il regolamento, si legge, “sosterrà modelli di produzione e di consumo in linea con gli obiettivi generali di sostenibilità dell’Unione, tra cui gli obiettivi relativi al clima, all’ambiente, all’energia, all’utilizzo delle risorse e alla biodiversità, rispettando al contempo i limiti del pianeta, istituendo un quadro legislativo che contribuisca a rendere i prodotti adatti a un’economia neutra dal punto di vista climatico, efficiente sotto il profilo delle risorse e circolare, a ridurre i rifiuti e ad assicurare che le prestazioni dei precursori della sostenibilità diventino progressivamente la norma”.

Il Regolamento permetterà quindi alla Commissione Europea di istituire una serie di quadri regolatori specifici per tipologia di prodotto, ad elaborazione delle caratteristiche di progettazione che questi dovranno avere per ritenersi sostenibili dal punto di vista ambientale.

E’ quindi evidente come, in questo caso, si parli di “progettazione di prodotto”, andando ad intervenire direttamente all’origine, sulle aziende produttrici (ad: produttori di pannelli base legno).

La normativa ESPR riguarda la progettazione di prodotti sostenibili e si propone di rendere la sostenibilità una norma, riducendo l’impronta di carbonio e quella ambientale durante il ciclo di vita dei prodotti e garantendo la libera circolazione nel mercato interno.

Nei prossimi anni il regolamento porterà alla definizione di criteri obbligatori di progettazione sostenibile per i prodotti coinvolti, all’istituzione di un passaporto digitale di prodotto e alla possibile adozione di criteri ambientali per gli acquisti pubblici a livello europeo.

Ma quali sono i primi passi concreti mossi in ottica di regolamento Ecodesign?

 

LCA life cycle assessement

In ottica di Ecodesign è stato definito il concetto di LCA (Life Cycle Assessement = Ciclo di Vita del Prodotto).

Il Life Cycle Assessment (LCA) è una metodologia che valuta l’impronta ambientale di un prodotto/servizio lungo il suo intero ciclo di produzione e vita (il cosiddetto approccio “Cradle to grave with options” (che parla dell’impatto del prodotto dalle prima fasi della realizzazione fino al fine vita del prodotto).

Si tratta, in concreto, di uno studio che viene fatto presso l’azienda di produzione, suddiviso per macro-prodotti, e volto a misurare a valutare tutte le fasi di produzione del prodotto in termini di impatto ambientale (emissioni di CO2 e gas serra, presenza di elementi dannosi o cancerogeni, consumo idrico, emissioni di particolato e polveri sottili, produzione di rifiuti ecc…).

I dati misurati durante la fase di monitoraggio permettono di avere dei valori su cui l’azienda produttrice può lavorare in termini di riduzione dei valori negativi e conseguente miglioramento delle caratteristiche “eco” del prodotto.

Lo studio LCA porta l’azienda produttrice a redigere, come output verso i propri clienti, l’EPD (Environmental Product Declaration = Dichiarazione Ambientale di Prodotto).

L’ EPD è un documento che al momento è ancora facoltativo e che viene preparato da alcune aziende su base volontaria.

LCA entra in vigore anche con lo scopo di fare chiarezza ed eliminare le pratiche fraudolente di greenwashing. Si prevede infatti che le nuove direttive metteranno al bando le autodichiarazioni da parte dei clienti sui prodotti (es: “100% eco”, “eco-friendly” ecc…). Restano valide le varie Ecolabel certificate da enti terzi.

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