PERCHÉ PAVIMENTI “RESILIENTI”
Con “resilienza” si intende la capacità di un materiale di resistere alla rottura e di riacquistare la propria forma originale dopo essere stato sottoposto ad una sollecitazione.
Tale definizione fa già intuire il motivo per cui il termine è uscito dal dominio esclusivo della tecnologia dei materiali per diventare d’uso comunque in altri campi come la psicologia, la biologia e l’economia.
Nell’ambito dei rivestimenti, il termine viene utilizzato per indicare i pavimenti, principalmente di natura plastica, che presentano una struttura flessibile. Ciò li differenzia dai cosiddetti pavimenti duri (tra i quali rientrano le ceramiche, il cemento, il gres, i marmi e i graniti).
Tra i pavimenti resilienti rientrano gli LVT, i WPC e gli SPC.
UN PO’ DI STORIA
In principio fu il linoleum.
Composto da farine di legno e olio di lino (e non da pvc) stesi su uno strato di supporto di juta, il linoleum è stato il capostipite e il prototipo di tutti i pavimenti resilienti.
Da qui a produrre un supporto in pvc che ne riprendesse le caratteristiche di resistenza, morbidezza e versatilità, il passo è stato breve. Ecco così giungere sul mercato i primi rotoli di “linoleum” in pvc, da posare incollati.
La necessità di rendere il prodotto più moderno, simulando l’effetto formale dei pavimenti in legno e ceramici, ha fatto evolvere ulteriormente il supporto in forma di doga o piastrella.
Garantito il basso spessore generale del prodotto, la posa può essere effettuata tramite incollaggio (sugli spessori 2 / 3 mm) o incastro a click (sugli spessori maggiori, 4 / 5 mm).
Questo pavimento (conosciuto anche come LVT, acronimo di Luxury Vinyl Tile), è ottenuto pressando uno strato di carta o pvc decorativo su un pannello di pvc, opportunamente bilanciato e protetto in superficie.
Questo tipo di supporto ha mostrato, col passare del tempo, il proprio limite, ovvero la tendenza a dilatare se sottoposto a fonti di calore dirette o di alta intensità. Esempi tipici di situazioni critiche si sono verificati in presenza di stufe a pellets o di ampie vetrate che catalizzano i raggi solari nelle giornate estive.
La conseguente ricerca di prodotti dalla qualità sempre migliore, in grado di minimizzare i difetti emersi, ha portato all’introduzione sul mercato di pannelli compositi di vario tipo come i WPC (Wood Plastic Composite) ottenuti aggiungendo fibre di legno al pvc e gli SPC (Stone Plastic Composite o Solid Polymer Composite): pavimenti realizzati su pannello ibrido plastico-minerale.
NEL LABIRINTO DEGLI ACRONIMI.
In effetti, per i non addetti ai lavori, può essere estremamente complicato destreggiarsi tra i molti acronimi con i quali le aziende produttrici (e molti distributori) indicano quello che in realtà è lo stesso tipo di pavimento.
Chi, per curiosità o necessità, vorrà addentrarsi nei siti di lingua inglese che trattano di pavimenti resilienti, non tarderà ad imbattersi in RCB (rigid composite board), HDC (Hugh Density Core), HPC (High Performance Core) e così via. La nostra personale conta si è fermata, al momento, a qualche decina di sigle.
LA CLASSIFICAZIONE DI MMFA
Un po’ di chiarezza è stata fatta da MMFA (Multilayer Modular Flooring Association), l’associazione dei produttori di pavimenti a strati, tra i quali rientrano i resilienti.
MMFA ha infatti stabilito 3 classi di prodotto che si distinguono in base alla composizione del pannello strutturale del pavimento:
- Classe 1: struttura a base di LEGNO (almeno il 65% del composto)
- Classe 2: struttura composta da POLIMERI (eterogenei, semi-resilienti e semi-rigidi)
- Classe 3: struttura MISTA (composizioni che non rientrano nelle due categorie precedenti)
fonte: MMFA
Questa classificazione permette all’utente di destreggiarsi tra la miriade di sigle presenti sul mercato, dimostrando come i vari acronimi siano spesso sinonimi di prodotti dalla stessa tipologia costruttiva.
LA TIPOLOGIA COSTRUTTIVA: LVT, WPC ed SPC.
Come abbiamo potuto intuire, la struttura dei pavimenti resilienti è composta da strati che rispondono a funzioni diverse. Come vedremo è la composizione del pannello di supporto che differenzia un prodotto dall’altro.
Partendo dalla superficie del prodotto troveremo:
- Uno strato superficiale in pvc trasparente, la cui funzione è proteggere lo strato decorativo dall’abrasione causata dal calpestio e da eventuali micro-graffi (dovuti, ad esempio, al calpestio di animali domestici o dalla caduta di oggetti). Lo strato protettivo può essere di diversi spessori e, conseguentemente, più o meno resistente al calpestio.
- Uno strato decorativo di carta o pvc, sul quale è riprodotto il “disegno” che fornisce al pavimento il suo aspetto estetico.
- Il pannello di supporto che costituisce la spina dorsale del pavimento e che fornisce al pavimento la sua denominazione, a seconda del materiale di cui è composto:
ü LVT (Luxury Vinyl Tile) = Polimero di cloruro di vinile
ü WPC (Wood Plastic Composite) = Polimero rigido legno plastico
ü SPC (Solid Polymer Core o Stone Plastic Composite) = Polimero rigido plastico minerale
- Eventuale tappetino pre-incollato alla doga. Costituisce un elemento opzionale in quanto viene integrato a discrezione del produttore. Qualora non fosse presente, è bene valutare la posa di un tappetino prima dell’installazione del pavimento.
UN PRODOTTO, MOLTI VANTAGGI.
I pavimenti resilienti sono nati con lo scopo di rispondere a specifiche necessità del mercato, contando su caratteristiche specifiche che garantiscono prestazioni migliori (o comunque diverse) rispetto ai pavimenti legno, in laminato o ceramici.
Vediamo qui di seguito le caratteristiche più rilevanti:
- Spessore ridotto: i pavimenti resilienti sono presenti sul mercato in vari spessori che vanno generalmente dai 2,5 ai 6,5 mm. Lo spessore può variare tra pavimenti da incollare (di spessore inferiore) e pavimenti a posa flottante (più spessi). Per quanto la tipologia di posa risponda ad esigenze diverse, il comune denominatore dello spessore ridotto ne fa il prodotto ideale per opere di ristrutturazione.
- Resistenza estrema: le caratteristiche dei pavimenti resilienti sono definite dalla normativa europea EN 685, che ne stabilisce la classe di utilizzo in Classe 42 / uso industriale. Ciò ne fa un prodotto adatto anche ad un utilizzo estremo, come in centri commerciali, locali pubblici, camere di hotel, ristoranti o comunità.
- Elevata stabilità dimensionale: il livello di perfezionamento tecnologico cui sono giunti i pavimenti resilienti, garantisce ottime prestazioni in termini di riduzione degli effetti di dilatazione fisiologica del materiale. Questo ne fa il prodotto ideale da posare su grandi superfici, senza dover ricorrere a giunti di dilatazione intermedi.
- Completa impermeabilità: trattandosi di compositi plastici o plastico-minerali, gli LVT e gli SPC sono prodotti assolutamente impermeabili. Sono quindi adatti ad essere posati in ambienti ad alta presenza di umidità come bagni, piscine, celle frigorifere.
- Resistenza allo scivolamento: considerato l’assioma per cui umidità può far rima con scivolosità, i pavimento resilienti rispondono necessariamente ai più alti parametri di resistenza allo scivolamento imposti dalla norma europea EN 13893 e di proprietà antiscivolo previsti dalla DIN51130.
- Adatto ad utilizzo su riscaldamento a pavimento: la normativa prevede un parametro limite sotto al quale un sistema pavimento (pavimento + tappetino) non oppone resistenza alla risalita del calore. Questo parametro è definito in 0,15 m2K/W. Un’analisi delle schede tecniche fornite dal produttore, mostrerà come i pavimenti resilienti si posizionino generalmente ben al di sotto di questo limite.
- Tappetino integrato: quando è presente, garantisce risparmio economico all’ acquisto e risparmio di tempo in fase di posa.
- Impatto positivo sull’acustica: i pavimenti resilienti, se abbinati ad un tappetino sottopavimento adatto, garantiscono ottime prestazioni in termini di isolamento dal rumore da calpestio (IS) e di riduzione del riverbero (RWS).
- Decori realistici: il progresso tecnico ha permesso di donare al prodotto un’ottima definizione del decoro, sia esso effetto legno oppure materico.
- Confortevole al camminamento grazie alla struttura resiliente e leggermente flessibile.